Amar Suloev (7 gennaio 1976 - 27 giugno 2016) è stato un talentuoso artista marziale misto di origine armeno-yazida, noto per la sua versatilità e aggressività nell'ottagono. Con una solida base in lotta libera, kickboxing, judo, sambo, Muay Thai e Jiu-Jitsu, Suloev si è costruito una reputazione come un formidabile concorrente in alcune delle più prestigiose organizzazioni di MMA della sua epoca, come UFC e PRIDE Fighting Championships.
Tuttavia, la sua vita e carriera avrebbero preso una svolta oscura, portandolo su un percorso che lo avrebbe allontanato dallo sport e lo avrebbe immerso in una spirale di problemi legali e tragedie personali, culminando in un decesso prematuro.
Amar Suloev ha iniziato la sua carriera professionale nelle MMA nel 1999, costruendo rapidamente un record impressionante. Ha gareggiato in diverse organizzazioni, distinguendosi per il suo stile aggressivo e le sue abilità sia nello striking che nel grappling. Ha ottenuto vittorie in importanti tornei come l'M-1 MFC World Championship nel 2000 e il 2 Hot 2 Handle Tournament.
Il suo passaggio in UFC ha incluso incontri contro figure del calibro di Chuck Liddell e, anche protagonista di questa serie "Lottatori Problematici", Phil Baroni. Contro Liddell, Suloev è riuscito a portare il combattimento alla decisione, un'impresa che pochi sono riusciti a realizzare contro l'"Iceman". Nel suo terzo incontro in UFC, ha affrontato Phil Baroni, a cui abbiamo anche dedicato un articolo in questa serie di "Lottatori problematici".
In PRIDE, Suloev ha continuato a dimostrare il suo livello, affrontando nomi come Dean Lister e Murilo Bustamante, ottenendo vittorie significative. Nel corso della sua carriera, ha accumulato un record professionale di 24 vittorie e 7 sconfitte, con un notevole numero di knockout e sottomissioni. Infatti, una variante di sottomissione alle gambe, nota come "Suloev Stretch", porta il suo nome, poiché è stata vista per la prima volta nelle MMA quando Suloev ha finalizzato Paul Cahoon con questa variante di leg-lock. Questa spettacolare sottomissione è stata eseguita anche nel 2018 in UFC da Zabit Magomedsharipov.
Il suo ultimo incontro professionale è stato nel 2008, segnando la fine di un decennio di intensa competizione nell'élite delle MMA.
Dopo il suo ritiro dalle Arti Marziali Miste nel 2008, la vita di Amar Suloev ha preso una piega tragica e oscura.
Secondo quanto riferito, è stato presumibilmente coinvolto nel mondo del crimine organizzato in Russia.
È stato arrestato e accusato di essere un sicario, implicato in almeno due omicidi e un tentato omicidio.
Il suo caso giudiziario ha attirato una notevole attenzione, con testimonianze che lo collegavano ad attività criminali, sebbene egli abbia sempre mantenuto la sua innocenza.
Ad un certo punto, un sicario ha testimoniato che Suloev era stato l'autista in un omicidio, ma la testimonianza di un vicino di Suloev contraddiceva questa versione, fornendo un alibi.
Questi problemi legali hanno segnato un drammatico contrasto con la sua carriera sportiva di successo, immergendolo in un mondo di caos e accuse che lo hanno allontanato definitivamente dall'ottagono e dalla fama.
La difficile situazione legale di Amar Suloev è stata aggravata da una grave malattia. Durante il processo per le accuse di omicidio, gli è stato diagnosticato un cancro allo stomaco al quarto stadio. A causa delle sue delicate condizioni di salute, il suo processo è stato sospeso e gli è stata concessa la libertà su cauzione.
Tragicamente, Amar Suloev è deceduto il 27 giugno 2016, all'età di 40 anni, a causa del cancro. È morto nella sua casa d'infanzia ad Anapa, in Russia, ponendo fine a una vita segnata dal talento sportivo e, purtroppo, da una caduta nell'oscurità del crimine.
La sua storia è un cupo monito di come le vite di alcuni lottatori, nonostante il loro successo nello sport, possano prendere strade devastanti una volta che le luci dell'ottagono si spengono.